di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

venerdì 16 dicembre 2011

com'unità

com-un-ità-come-un'-unità-com'-unità-mi sta stretta? è scomoda? mi sta stretta la comodità? vorrei restringerla, 'sta comunità? a quanti? a 10, a 7, a 5? e se poi non ci sto dentro? ma può un'unità essere numerata? se la scindo-se la separo è unità? se escludo è unità? se non metto il limen all'uno, si perde per strada? senza porte, senza steccati, l'uno si trova? con le porte, con gli steccati, è uno? - e posso essere-unità-con alcunchè? con alcun chi? con me stesso? e se sono uno con me, il fuori da me è fuori dall'uno? e se non sono uno con me, dov'è il chi dell'essere uno con qualcosa? communitas= mai data, è per definizione la trascendenza del già dato - se c'è stato, non è-con, se è definito, non con-è - del già numerato, del già ristretto, oppure del già disperso?


e se l'agorà diventa logorroica? posso scappare?



e soprattutto nella comunità muoio come individuo libero o nasco come com-uni-cante libero? Pedina di un sistema o libero cittadino che si realizza pienamente nella libera falange armonica e organica? e se ce ne fosse una terza, di possibilità? essere individuo libero, liberamente comunicante, che afferma fieramente la sua unicità nella libera riunione degli eguali-ma-sempre-diversi, come un branco, una banda di jazzisti sperimentali ognuno totalmente fedele alla propria spontanea e radicalmente sincera-sconnessa-naturale improvvisazione anarchica, ma allo stesso tempo completamente connesso e partecipe con la sincope ritmata in levare della jam rumorosa roca e furente? realizzando insieme, ognuno fuori tempo a suo modo, ma allo stesso tempo tutti stranamente a tempo in un fantastico rumore jazz vibrante, una libertà non separata.


E se le comunità dei puri, degli aderenti a una qualsiasi forma di causa giusta e sacra, principio di esclusione, di verità nettamente scandita e di identificazione di gregge in un codice pre-stabilito; - se queste sono per loro natura totalitarie in quanto sistematiche e definitorie; può invece esistere una "comunità degli impuri", "comunità degli individui", "comunità dei liberi", "comunità dei senza-comunità", branco di impuri senza un teorema da dimostrare o un'apparenza da esibire perchè sia riconosciuta, lupi-ronin, lupi-angeli, banda di ladri, banda sconclusionata di pittori squattrinati, affratellati da scorribande di simboli o da prassi pragmatica, banda di artisti-avant-guarde, banda di scrittori affratellati da suggestioni etiche, banda di filosofi affratellati dalla visceralità con cui ricercano la verità, e non da un concetto, banda di sperimentatori delle potenzialità nascoste della mente, affratellati solo da una cosa: il totale niente di qualsiasi cosa, banda di rocker punk'n'roll noise che si ritrovano a spaccare il ritmo nei garage, quasi di nascosto, gruppo di persone non riunite come pedine identiche sotto l'egida di un'idea, di un dovere o di una convenzione, ma ritrovatisi insieme per una serie di obiettivi comuni, concreti, che affratellano molto di più di qualsiasi bandiera-

E questa "banda di ladri", può avere una sua peculiare, coerente, profondissima ispirazione etica?

E se anche una foglia può stupire, se è vero che non è necessaria una scultura dadaista o un film surrealista perchè lo stupore si manifesti, allora forse questa fratellanza intima può essere basata anche su cose minime, impercettibili, imperscrutabili, indecifrabili. Invisibili anche forse.

se la fretta è forse la peggiore nemica della fratellanza, l'urgenza ne è forse il più chiaro e inequivocabile sigillo.

"La Pace ha origine/con il fluire delle cose;/il suo cuore è come il movimento/del vento e delle onde.": la comunità ha origine con il fluire dell'indeterminato verso l'indeterminato: il suo cuore è come il movimento dello spazio siderale verso le stelle infuocate, e ancora più in là verso il vuoto sempre più spinto, che vortica sempre più rapido verso il cuore-vuoto luminoso-oscuro-pulsante 
 dell'universo pulsante. E mentre danzando precipita verso questo centro, pensa, e sa: "questo centro non esiste."

mercoledì 5 ottobre 2011

concordia delle cose scordate

Conservo il mio umorismo sotto spirito divino, faccio a brandelli l'amor proprio, rido a crepapelle delle mie superstizioni decrepite, tolgo senso al troppo sensato, nego Dio e i suoi Angeli per ritirarmi nelle calde tane del silenzio, vomito sentenze e frasi a casaccio, senza senso o con un qualche senso del tutto casuale da meglio decifrare in seguito - se seguita - ma mi interrompo, brandisco il silenzio come un'arma, agito la contraddizione come una caracas e ascolto che razza di rumore ne viene fuori, curioso, come un bambino che gioca al piccolo chimico e fa scoppiare tutto - e ride! - ma anche un pò si spaventa, poi mi dimentico tutto, poi mi ricordo di una cosa a caso, la enfatizzo, la registro, me ne vanto, me ne faccio un canto, me la stringo al petto, mi decoro all'onore dell'amore, proprio, la scandisco, la ripeto, la imparo, la conosco, la rispetto, la riconosco, la rimetto al suo posto, su un piedistallo di latta, poi mi accorgo che è una patacca, distruggo la latta, decreo il creato, rido di me stesso e di essermi ricordato di ricordare un'inezia. Quindi volto pagina. Poi torno indietro. Vado all'indice. Metto all'indice le paure. Mi spavento della prefazione e mando al rogo tutte le parole. senza eccezione. con una eccezione: "caracas". Rido senza convinzione. Poi mando tutto a fare in culo e vado a fare una passeggiata nei boschi.
Non sempre sono d'accordo con la mia opinione. (Paul Valery)
Posso essere d'accordo con tutto, tranne che con questo aforisma.
Posso resistere a tutto, tranne che a essere d'accordo con questo aforisma.
Nell'assenza di centri di gravità permanenti provo un dolcissimo vuoto anti-gravitazionale impermanente.

Iride iridescente fra i frantumi

Chi cerca di non giudicare, non sta per caso forse giudicando la sua tendenza a giudicare? Chi cerca di accettarsi, non ha, forse, delle serissime difficoltà ad accettare la propria incapacità di accettarsi? Chi cerca la semplicità e la spontaneità, la naturalezza, non sta, forse, inserendo un ulteriore elemento di tensione, complicazione, artificio? Se tutto è perfetto, che bisogno c'è di cambiare la mia percezione della realtà come imperfetta? Se "lascio essere", cosa cambia? L'essere ha bisogno della mia autorizzazione? Il risveglio - se sto dormendo - come posso fiutarlo? Il risveglio - se è connettersi con l'armonia di qualsiasi cosa - è già connesso con la mia disarmonia di ora? Il risveglio - essere ora - se ora non è, quando sarà? Come posso voler essere - se non sono? C'è una qualche differenza fra lo stato di profonda meditazione e lo stato di chi è posseduto dallo stress frenetico? Se Tutto è Uno, se il Chi pervade ogni singola manifestazione dell'essere, come può esserci differenza? Voglio respirare a pieni polmoni. Bene. Ma nell'in-differenziato, che differenza può esserci se invece respiro teso e contratto, a scatti nervosi, a piccoli sorsi?

E la vera vita?
Il momento migliore per pensare è nella pausa fra un pensiero e l'altro. (visto su un'insegna di un negozio in Corso di Porta Ticinese a Milano)

mercoledì 7 settembre 2011

Sedersi sulla soglia dell'attimo. Poi saltarci dentro!

“Sedersi sulla soglia dell’attimo” scriveva Nietszche.

Ma prima o poi bisognerà fare di più: saltarci dentro!

Non solo dimenticarsi ciò che mi distanzia dall’ignoto, ma avventurarsi nell’inavventurato!

Non solo tornare al silenzio, ma riconnettersi al Cosmo in cui siamo, in cui viviamo!

Non solo pace - riascoltare la musica del vento – riinnamorarsi di un riccio che cammina e degli steli d’erba – ma riincominciare ad agire veramente! A vivere veramente!

A essere silenzio! E cioè a vivere a pieni polmoni, a mani aperte, a viso scoperto, nudi, veri, spontanei, semplici perchè parte integrante del fiume in piena della vita!

Che “unione con l’Uno” può esserci, se non nel vivere totalmente, pienamente, incondizionatamente ogni attimo???????

venerdì 2 settembre 2011

Rincorrere, per poi accorgersi che è passato.

E' un controsenso "sforzarsi", "cercare" di "essere presenti". La presenza c'è già. Il presente è qui. Cosa c'è da cercare? Che sforzi si potranno mai fare, quali misteriose tecniche e complesse strategie per cercare di "produrre" qualcosa che è già qui di fronte a me? Il presente è qui, c'è sempre stato. Dov'è il problema? Come può essere un problema? Che problema può comportare "essere presenti" al presente, dato che siamo già qui di fronte al presente, immersi nel presente, presenti al presente, presenti nel presente, una sola cosa con il presente? Come si può "realizzare" la presenza? "Realizzare"??????????????? Il presente??????????????? E quando??????????????? E perchè? E' forse assente? Bisogna fare l'appello????????????? Chissà, magari non è assente, arriva in ritardo... Bisogna forse rincorrerlo? Crearlo? Produrlo? Fabbricarlo? Realizzarlo????? Connettersi?????? Ricominciare a fluire con esso?????????????? Con cosa, scusa??????? Ah, il presente. Eccolo. E' qui, c'è sempre stato. Presente! E' arrivato anche in perfetto orario. Esercitarsi a "essere presenti" è assurdo: di più: è una contraddizione. La rana si esercita a essere una rana???? Il cielo si esercita a "essere lì adesso con il sole che splende"? La terra si allena a terrigneggiare????? Il vento d'autunno sospira: "Ah, come vorrei essere vento d'autunno"? Chi sta fra le braccia dell'amata sospira: "Ah, come vorrei essere fra le braccia del mio amore......."?????? Il sole si impone una disciplina e recita il mantra: "Io sono il sole e devo soleggiare"??????????? Il cavallo mentre galoppa osserva la propria respirazione - inspiro, espiro - per arrivare, forse un giorno, a realizzare la cavallinità????????????? E la nostra essenza è sparita????????????? Chi l'ha rubata???? La società??????? La famiglia??????? La mente?????????? E se la mente mente, la non - mente si siede nella posizione del loto e socchiude gli occhi per allenarsi a non mentire?????????????????????????????????????????????????

martedì 23 agosto 2011

"Credo solo a ciò che vedo, ma vedo solo cose incredibili!"

(trovato su internet al link

http://tratteggiando.blogspot.com/search/label/comics?updated-max=2008-03-09T01%3A13%3A00%2B01%3A00&max-results=20 )


senza dubbi e senza certezze. cercare il vero, la bellezza e il bene senza fretta che distrugga i ritmi e senza ritardi che impediscano l'evento. senza dubitare di ciò che vivi. senza credere a ciò che mentalizzi. senza appropriarsi. senza rifiuto. senza incapacità di innamorarsi. senza volontà di aver già capito. senza complicazioni. senza semplificazioni riduttive. senza arrestare il flusso della vita. senza perdersi in un flusso inconsapevole senza vita. restare attenti e centrati, ma vivi e connessi. ascoltare il canto degli alberi, il silenzio delle stelle, la voce di chi ti è accanto. restare svegli, ma sognare. volere, ma volere con consapevolezza, lucidità e concretezza.

lunedì 22 agosto 2011

esitare.

 « "Il segreto nella vita è non esitare!"

Disse il leone alla gazzella.

La gazzella per tutta risposta scappò e si mise in salvo.

"Meno male che esistono leoni-filosofi!" si disse poi fra sè e sè mentre riprendeva fiato e iniziava a rilassarsi.

Così rifletteva, ridacchiando fra sè e sè.

Ma così facendo non vide l'altro leone. Che non era filosofo.

Leccandosi i baffi dopo il lauto pasto, il leone si disse: "Buona questa gazzella! Meno male che esistono gazzelle che perdono tempo col sarcasmo!" nell'attimo stesso in cui il cacciatore sparò.

"Fantastico! Un'ottima pelle, pare!"

"Strano, non si è accorto di me neanche all'ultimo momento..." ...»


.......il Maestro Zen interruppe la narrazione, come pensando alla prosecuzione.

"Sta forse esitando, Maestro?" osò un monaco coraggioso.

"Questa è forse la savana?" rispose il Maestro.

"Tempestività e fretta sono due cose molto diverse, zuccone!"



 ...e così dicendo si voltò per un lunghissimo istante a guardare il cielo primaverile di un azzurro intenso senza nubi dalla finestra.

Inspirò, e buttò fuori l'aria con un lungo sospiro languido e soddisfatto, sorridendo.

Poi ricominciò a raccontare.






















sasso.

Diogene diceva: io sono un cane.

Io dico: io sono un sasso.

Io sono un fulmine.

Io sono un vento nell'oceano.

Io sono un riccio, che se ne va sicuro veloce e attento in cerca di cibo nel cuore della notte, il cuore rasente ai profumi della Terra.

La luna mi guarda. Con espressione indecifrabile.
















venerdì 19 agosto 2011

lasciare le cose nel solco dove già stanno. naturalmente. senza togliere niente. né aggiungere niente.
tessereleggerecomenotti,neresinnamorano
il dubbio è la base del coraggio. il coraggio è la base dell'intuizione, che non ha dubbi. l'intuizione è la base della passione autentica. la passione autentica è la chiave per realizzare i tuoi sogni.

cosa ne direbbe Jiddu Krishnamurti? E (...) cosa ne direbbe invece un allievo di Jiddu Krishnamurti?

anni fa. in un centro buddhista. seminario di meditazione concentrativa. consiste, seduti con gli occhi chiusi, nello sforzarsi di restare concentrati solo e soltanto su una immagine, una sola, scelta dal praticante, ma il Lama consiglia di scegliere un'immagine sacra. magari un'immagine di Buddha. svuotare la mente da tutto il resto, e riempirla solo e solamente di quest'immagine.

Il Lama spiega che questa pratica aiuta a indebolire gli attaccamenti della mente.

Un praticante fa questa strana domanda: "...ma se uno ha un attaccamento verso il Buddha e la sua immagine?"

Il Lama non seppe, non volle, o non potè rispondere.

Simone Weil e gli Dei

Spogliandoci di tutto, dice Simone, di tutta l'immaginazione, di tutte le passioni, di tutte le attese del futuro, di tutti i rimpianti del passato, di tutta la farneticazione della mente, di tutto il rumore, di qualsiasi identità, di qualsiasi orgoglio e identificazione (soprattutto spirituali) di qualsiasi ricompensa e compiacimento, si produce un vuoto. un vuoto intollerabile, assoluto, che normalmente si riempie, subito, a qualsiasi costo con qualsiasi illusione di qualsiasi tipo, qualsiasi forma di narcisismo, o con l'esercitare potere sugli altri, "espandendosi come un gas" per non restare nel proprio vuoto. Oppure: si resta "immobili e attenti" di fronte a questo vuoto, così com'è, contraddizione che lacera le carni anche del semplice sussistere, deflagrazione di ogni illusione consolatoria. E così si resta. A quel punto, se si è veramente umili e onesti, e se non si cerca assolutamente di ottenere niente, forse, la Grazia soprannaturale riempie quel vuoto.

Ma, mi chiedo, può essere - almeno, può essere, per qualcuno - che sottoponendosi - sottoponendosi con rigore, spietatezza, lucidità esatta, umiltà, verità a questo processo di autodenudamento psicologico interiore, possa comparire, al posto di una Luce mistica cristiana, una Luce che abbia le forme di Passioni, Creatività, Danze di Colori e Vuoto, Voci Antiche, ritmi, sussurri animisti di creature animali-spiriti amici? Tutto il piacere è "inesistente" come dice Simone? O può esistere un piacere puro, che sia nella Grazia? Può esistere un'immaginazione, e quindi un'Arte, che venga veramente - ma veramente, al di là di qualsiasi compiacimento intellettuale o psicologico - dagli Dei, senza mediazione? Esiste veramente qualcosa come un daimon della poesia, a cui il poeta semplicemente ubbidisce sotto dettatura? esiste una musica che sgorghi direttamente dal silenzio del cuore dell'Anima? E se tutto ciò esiste, forse, è solo per un attimo, già a ripensarci l'hai ucciso.
rilassati. spegni la mente. lasciati andare. fai silenzio dentro di te. ascolta il tuo corpo. senti. fluisci. osserva il respiro. lascia andare. lascia andare tutto.......svuotati dei pensieri, butta tutto dalla finestra e affacciati sulla Luce/Ombra segreta della tua Anima..............respira....................dolcemente............lentamente.......rilassati..........dimentica tutto.....ne volete ancora tanti di ordini mentali a cui obbedire?
"Discreazione: far passare qualcosa di creato nell'increato.

Distruzione: far passare qualcosa di creato nel nulla.




Ersatz [surrogato] colpevole della discreazione."

(Simone Weil, da "L'ombra e la grazia")



non c'è niente da fare. niente da realizzare. nessuna evoluzione da fare. niente da cambiare. niente da comprendere. niente da migliorare. nessuno scopo preciso. c'è solo il flusso naturale della vita, senza direzione e senza un senso particolare. quindi, bisogna realizzare uno stato di "fluidità naturale"? di assenza di "complicazioni mentali"? di "spontaneità"? di "libertà da queste astrazioni"? no. anche queste sono astrazioni come le altre. quindi veramente non c'è niente da fare, da realizzare, capire, cambiare! ma anche questa è un'ulteriore astrazione.

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basta con la programmazione. neuro, linguistica, socio-culturale, conformista, anticonformista, intellettuale, anti-intellettuale, spirituale, materiale, sinistrorsa, destrimane, psico-religiosa, estetico-egoica, altruista, egoista, entusiasta, passionale, distaccata, cinica, nervosa, rilassata, complicata, semplice, artificiale, naturale, umil-boriosa, senile-giovanilistica, demenziale-ricercata, artefatta-naif, corrugatafluida. basta. oppure: ancora.