di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

venerdì 31 agosto 2012

S/LOGAN





Espropriare le dinamichedella rottura del discorso.

il movimento collettivo delle tecnologie atarassiche sconclusionerà le vostre angoscie.

Non avrai altro, Dio, all'infuori.

Mettete dei rancori nei vostri stupori.

Il lavoro rende, liberi tutti!

Non prendere, il potere prendi, l'ascensore.

Non dire falsatracotanza.

Non commettere attimi puri.

Occorre seppellire un caos per far sbocciare un aborto danzante.

Ciò che non uccide, che forza!

Ciò che non strozza spiazza.

Il potere logora chi non.

Tutto il lavoro all'automazione, tutta l'automazione alla fantasia!

Vogliamo tutto e lo vogliamo fobico.

La fantasia al potere logora chi non ce l'ha.

Deterritorializzare l'alienazionedel rantolo autentico.

Ti sei mai chiesto: che funzione ha la tua perplessità?






martedì 21 agosto 2012

"Addio agli anni 70": una mostra. -anzi un mostro. -anzi due.

Monstrum. 

Quanto toglie fissità incorniciata alla compiutezza statica del noto - e certezza ferrea alla solidità eterna perpetuamente ri-aderita dell'usuale meccanico - per ri-proporre di-nuovo l'irripetibile inedito manifestarsi dell'unicum, dello stupore - della meraviglia - dell'ignoto. Del decrearsi da cui straripa la creazione.

Monstrum per me è stato questo incontro con opere d'arte degli anni 70 raggruppate, in maniera forse un pò casuale, ma tant'è.

A cominciare dalle pagine fotocopiate all'entrata di numeri di quegli anni della rivista Re Nudo, e altre, appartenenti all'ala più creativo-anarcoide dei movimenti dei 70. Parole coraggiose, non tanto per le posizioni politiche espresse (non si capisce cosa questa telluricità libertaria immaginifica abbia a che spartire, fatti i conti con la storia, con tremendi progetti realizzati di società totalitaria come per esempio quello di Mao, pure ai tempi glorificato dal movimento studentesco), quanto per l'atteggiamento radicale di critica creativa all'esistente - una critica alla società "borghese" - alla falsità, alterazione, raggelamento, irrigidimento, dis-animazione, dilaniazione, costrizione, stritolamento nella meccanizzazione alienata,  incatenamento, rigidità, ottusità, ottundimento, ingabbiamento, uccisione, genocidio dell'umano, dell'autentico, della scintilla di libertà e creatività con cui nasce ogni donna o uomo.
Per esempio la scuola e l'apparato "educativo" onnipresente in tutta la società, visto come un addestramento allo starsene addomesticati, una fabbrica di schiavi che aliena e sottomette a logiche estranee all'autenticità libera di ognuno, ma congeniali al Potere, una porzione immensa di conscio e soprattutto inconscio, deprivando ognuno del libero uso di vastissime distese interiori di emozioni, sentimenti, abilità, talenti, coraggio, gentilezza, passione, creatività. L'articolo suggerisce l'uso delle droghe come metodo per esplorare e riappropriarsi di queste zone asportate del mondo interiore, ma di nuovo questo mi sembra un elemento caduco, legato a quei tempi. Quello che rimane valido e attualissimo è la descrizione dell'alienazione e l'invito a riappropriarsi della propria integrità e autenticità profonde.

Poi parole sulla musica, che dovrebbe essere più diffusamente eseguita, nelle case, nelle piazze, nelle strade, anche in maniera dilettantesca (come poi era già in passato) e non così tanto registrata e rinchiusa in perfettamente confezionati prodotti commerciali puliti e asettici-da-ripetere-sempiternamente-uguali-a-sè-stessi, i dischi, bellissimi ma distanti dalla vita.

Parole contro un atteggiamento rivoluzionario classico soltanto esteriore che non riconosce che la "falsità della società" è innanzitutto dentro ognuno di noi.

Parole di Gaber su com'è bello vivere in strada e non sempre e soltanto rinchiusi nelle case come topi.



Della mostra mi ha colpito più di tutto un video sul movimento artistico del Nuovo Realismo, estremamente interessante. Il loro manifesto dichiarava che visto il fallimento più completo di qualsiasi esperienza artistica ad esprimere la realtà o il suo senso, i Nuovi Realisti avrebbero utilizzato direttamente la realtà come terreno, strumento e materiale stesso delle opere. Un artista strappava manifesti dai muri delle città per riincollarli insieme componendo forme dai significati nuovi, o rivelanti urbane nonsensatezze da società dei consumi. Un altro impacchettava monumenti in teli di plastica per esprimere l'angoscia di una società di prigionieri. Infine, appartenevano a questo movimento anche la grandissima coppia di artisti Niki de Sainte-Falle e Jean Tinguely: nel video, il secondo fa bruciare- esplodere un enorme fallo di legno e stoffa sul sagrato del Duomo a Milano, fra fuochi d'artificio. La prima, spara a un teatrino bianco - immacolato con molteplici statuette legate all'iconografia cristiana, in particolare Madonne - tutte bianco - immacolate. Nei punti colpiti, il teatrino immacolato comincia a sanguinare vernice rossa, viola, che sgorga a fiotti sulle statue, con un effetto tragico e orrido.

Poi un Amleto che aizza una folla immaginaria (forse è diventato un segretario di partito) con uno struggente monologo in cui alle parole sono stati sostituiti numeri.

Video di danza eccezionali che simulano la meccanicità alienata e rigida del lavoro (forse anche dello studio?) nella nostra società.

Il capolavoro di Baj sull'omicidio di Pinelli, di fronte al quale lo sguardo rimane rapito e non riesce a staccarsi, shockato da tanta violenza cruenta e informe (i poliziotti e i generali sembrano degli ectoplasmi o degli alieni, sicuramente non sono umani) , insiste sui dettagli per capire, ricostruire i suggerimenti di interpretazione dell'evento, di cui l'autore ha disseminato l'opera. Infine, lo sguardo è ammaliato dall'aura di tragicomica assurda insensatezza, un insensatezza cruenta e delirante, ma questa logica del potere viene mostrata come talmente assurda che fra gli effetti dell'opera c'è anche la voglia di ridere.






Parole immagini simboli video colori segni che evocano una vitalità libertaria diffusa, e una creatività diffusa, lontanissima dalle gabbie-museo e vicinissima all'arte-vita, alla performance quotidiana; infine una socialità aperta, rilassata anche se incazzata, molta voglia di condividere molto più di quanto permetta una "normale" vita "piccolo borghese" - e di vivere in maniera più comunitaria e nello stesso tempo più libera.






Monstrum doppio, dunque. Come ogni mostro - almeno doppio, se non triplice, o centuplice, policefalo con universi interi di teste.


 

Sicuramente monstrum di creatività artistica vulcanica, eruttante tutto come arte, utilizzando qualsiasi cosa come arte, dilagante l'arte dappertutto, distruggente l'arte per ri-crearla continuamente, ma monstrum anche di un possibile monstrum-osamente diverso modello o anti-modello di socialità.


P.s.: Nella foga della scrittura mi sono totalmente dimenticato di precisare il dove e il quando. Ecco:


"ADDIO AGLI ANNI '70", PALAZZO REALE, MILANO, FINO AL 2 SETTEMBRE, INGRESSO GRATUITO.

lunedì 20 agosto 2012

esco.

Chi non ha la capacità di mandare a fare in culo la propria Arte, la propria Poesia, la propria Filosofia - chi non ha la capacità di mandare a fare in culo l'Arte, la Poesia, la Filosofia - non vivrà mai attimi di folgorante bellezza.

lunedì 13 agosto 2012

CUORE CORSARO DELL'OSCURO CON ZEFIRO



























Non c'è niente

che io ami

come la sera d'estate









quando un alito di brezza

fresca

ti deterge la mente

e la pelle dagli affanni del calore.





ogni rumore

si spegne

in una distesa

di silenzio:






eco di suoni lontani.





grilli ritmeggiano.




sussurra un ramo.








grida un rapace notturno selvatico.



nell'ombra

si acquieta

il coro delle cure

e la notte

ha ancora il sapore

primordiale

antico

folle

ignoto

segreto

giaguaro

sanguigno

senza tempo

terrigno

pirata

lunare

marino

salmastro

   elementale

delle avventure su isole tropicali sperdute.






































                                                                             (Diogene senza l'anima?)


giovedì 9 agosto 2012

De-creare.


"Discreazione: far passare qualcosa di creato nell'increato. Distruzione: far passare qualcosa di creato nel nulla. Ersatz [surrogato] colpevole della discreazione."

"La realtà del mondo è fatta da noi, col nostro attaccamento. E' la realtà dell'Io trasportata da noi nelle cose. Non è affatto la realtà esteriore. Questa può essere percepita solo col totale distacco. Quand'anche non rimanesse che un filo, vi sarebbe ancora attaccamento."

"Sospendere continuamente in se stesso il lavoro della immaginazione che colma i vuoti. Se si accetta qualsiasi vuoto, qual colpo del destino può impedire di amare l'universo? Si è certi che, qualunque cosa avvenga, l'universo è pieno."

"La creazione è un atto d'amore ed è perpetua. In ogni istante, la nostra esistenza è amore di Dio per noi. Ma Dio può amare solo se stesso. Il suo amore per noi è amore per se stesso attraverso di noi. Così egli, che ci dà l'essere, ama in noi il consenso a non essere. La nostra esistenza è fatta solo della sua attesa, del nostro consenso a non esistere. Perpetuamente egli mendica da noi l'esistenza che ci dà. Ce la dà per chiedercela in elemosina."

"Le contraddizioni contro cui urta lo spirito: sole realtà, criterio del reale. Nessuna contraddizione nell'immaginario. La contraddizione è la prova della necessità. La contraddizione sperimentata fino in fondo all'essere è lacerazione. E' la croce."

                                                                                                                 (Simone Weil)


De-creare. Cioè: non completare. Lasciare irrisolto. Lasciare il vuoto sconnesso della realtà così com'è. Lasciare nuda la contraddizione.
Lasciare la realtà "frastagliata", asimmetrica, inspiegabile, multipla-

In-creato. Cioè: non obbligato. Casuale. Indifferente. Senza adesione. Non alterato. Lasciato essere. Lasciato non essere. Frattura. Codici. Affermazioni. Vortici. Constatare la misura degli spazi - la contromisura dei moti - inabissandosi nella fedele rapida di cunicoli oscuri labirintici enigmatici magmatici dell'essere momento per momento connesso all'intermittenza molteplice mutevole imprevista.
Senza tracciati, percorro la linea esatta che traccia la non-creabilità.
Restando così, senza volere niente, senza desiderare modificare niente, senza aspettarsi niente, senza scegliere niente, senza alcuna distrazione o fuga, perfettamente aderenti a questo nulla cangiante senza fine senza scopo - il vuoto dell'uragano del reale così come è - forse - leggere crepe potrebbero comparire - accennare a, lasciare, trasparire, accenni-frammenti di bagliori di luce. Spiragli di trascendenza.
O forse no.

Brulicante sbilenco. Sospeso in moto oscillante fermo.

Lascia stare. Lascia cadere. Lascia essere. Lascia che sia semplice.

Creare, trasformare, dare forma diversa alle cose, inusuale modificare, dare vita, sbocciare.

Sono vivo nell'attimo-brulicare casuale in cui dipingo il mio arbitrario-canto - colorato della mia volontà - sulla tela-specchio dell'universo, che scelgo, che apprezzo, che creo, che progetto, per quello che posso in questa porzione di galassia in cui sono gettato.