di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

mercoledì 27 febbraio 2013

Le domande di Cage su musica, suono, rumore, silenzio.

E' forte?

E' basso?

E' giusto?

E' dolce?

E' duro?

Significa qualche cosa?

Dovrebbe farlo?

Se è forte, dovrebbe esserlo?

Se è basso, dovrebbe esserlo?

E' un suono?

E se è un suono, è musica?

Il mondo in cui sono, è musica?

E' suono?

Se lo è, la musica è musica?

Una canzone viene scritta?

E' supersonica?

Quando si arresterà?

Quando passerà?

Non si fermerà mai?

Perchè il volere?

Il suono è sufficiente?

Di cos'altro ho bisogno?

Il silenzio non è più o meno suono, l'assenza di suono non esiste. Si tratta solamente di suoni che noi ricerchiamo o no.

                                                                (John Cage)


La differenza fra suono e musica è l'intenzionalità? E' la volontà? E' l'applicazione di modelli estetici? E' l'automatismo? E' la bellezza? Cos'è la bellezza? La bellezza è l'intenzionalità? La bellezza è la volontà? E' la selezione? E' la distorsione? E' la compressione della percezione in degli schemi? E' l'applicazione di modelli estetici? E' l'automatismo? E' il giudizio? E' la ripetizione del noto? E' la ripetizione sempre delle stesse cose? La bellezza dà la nausea? La bellezza annoia? La bellezza esalta? La bellezza entusiasma? La bellezza eccita? La bellezza deprime? La bellezza convince? Che differenza c'è fra musica e suono o rumore casuali? La prima è più bella dei secondi? Che differenza c'è fra suono e rumore? Il secondo è più brutto del primo? Cosa significa brutto? Il brutto è bello? Il bello è vivo? La musica è bella? la musica è musica? Il rumore è musica? La musica è rumore? Il silenzio esiste? Il rumore esiste anche nello spazio siderale? Il silenzio è la non-selezione? Il silenzio è il non-giudizio? Il silenzio è non avere aspettative? Il silenzio è non avere modelli? Il silenzio è non avere? Il silenzio è non? Il silenzio è non parlare? E' non scrivere? E' non pensare? E' non fare domande? Il silenzio è non aver bisogno di comprendere, capire, etichettare? Il silenzio è il suono quando sia stato denudato da ogni significato? Il silenzio è auspicabile? Il silenzio terrorizza? Il silenzio dà pace? Ogni discorso sul silenzio è assurdo? Ogni ricerca di silenzio è assurda? Il silenzio è l'assurdo? la musica è l'assurdo? le parole sono l'assurdo? Può esistere una musica, o un suono, o un rumore, o un'assenza di rumori, che siano silenzio, assenza di codici pre-codificati, di modelli estetici pre-fissati, assenza di intenzioni narcisistiche, assenza dell'imposizione di una volontà soggettiva, assenza di giudizio, assenza di volontà cieca della vita, assenza dell'onnipresente ego?


                                                                      (Diogene senza l'anima?, ispirandomi a J. Cage)


https://www.youtube.com/watch?v=M8fdYdYm4Io&playnext=1&list=PL7RvMpH10NZpx-G3-9jLhCTxzZ3hEWES6&feature=results_video

UN CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO DADAISTA-

"Verifica incerta", puro capolavoro di cinematografia DADA, pura, ridente, assurda, esilarante affermazione Senzasenso di anarchismo semiotico - libertà dal condizionato, scherzo sulle meccaniche massmediatiche, autonomia dalla psicologia, narrazione senza narrazione al di là della narrazione contro la narrazione, coinvolgente, appassionante a-narrazione!!!!!!!

"Non mi convince. ...Proprio non mi convince. ...Ma cosa? Tutto. Calmati. E non sono il solo! Per eventuali - per eventuali incidenti - incidenti sul lavoro - sul lavoro - chiunque venga ferito - chiunque venga ferito nel corso - nel corso dell'azione - dell'azione sarà ucciso sul posto - sarà ucciso sul posto da uno qualsiasi di noi - da uno qualsiasi di noi - Cosa?"


https://www.youtube.com/watch?v=hmhvr3RbGnA



Oppure, verifica inquieta sull'insensatezza di ogni senso.

da "Pozzanghere" di Filippo Strumia.


Non puoi dire pane al pane
senza grano e corvi neri.

                          (Filippo Strumia)

INVOCAZIONE AL DOTTOR BUDDHA PERCHE' VENGA E CI SALVI

                             Cieco è questo mondo; pochi, quelli che vedono chiaramente. Come uccelli sfuggiti
                             alla rete sono quelli destinati al cielo.

                                                                                                    (Dhammapada)






Dottor Buddha aiutaci tu
Siamo l'Oceano del Dolore
Terra flaccida, pelle da ustioni
Incatenati dall'Illusione
Dottor Buddha aiutaci tu

Mani protese al dominio di tutto
La sapienza ci guarda in lutto
Il potere è dei farabutti
Qui non si parla si fanno rutti
Dottor Buddha rischiaraci tu

Nei nostri visceri occultano spie
Non c'è più un atomo di questa carne
Puro e inviolato dai fattucchieri
Anatomizzano sogni e pensieri
Dottor Buddha scampaci tu

Tu che hai svelato che vuoto siamo
Vedici gonfi di vento e niente
Perchè la mente è data a chi mente?
Via dalle case via dalla gente
Sereno Buddha accoglici tu

Pena la bestia il sasso la foglia
Tutto il vivente noi tormentiamo
Lingua di sete al cielo mostriamo
Dai neri asfalti dove corriamo
Dottor Buddha rialzaci tu

Creature aride generiamo
Quale mai luce dargli possiamo?
Sono al lavoro spiriti mali
Che dappertutto segano ali
Sublime Buddha schiacciali tu

Ridacci i balsami del sutra del cuore
Recidi i lacci del Divenire
Dacci la chiave che ci faccia uscire
Dall'Io che è fabbrica di dolore
Dottor Buddha salvaci tu

                                                      16 Agosto 2005

                                 (da Guido Ceronetti, Le ballate dell'angelo ferito)

sabato 23 febbraio 2013

Come i poeti e i contadini, vivo di cose minime, dettagli inutili. Emozioni semplici, a volte complicate, lasciate essere il groviglio che sono, magma fertile. Passioni forti e concrete, a volte temperate dal dubbio, dal dubbio, che è una mia forte passione concreta. Passioni terrigne, viscerali, fisiche, semplici, per cose minime. Trapiantare una pianta in un vaso più grande e vedere che rigetta nuove gemme mi dà una gioia immensa, basilare, elementare, non discutibile, come la neve o certe poesie, o certi odori, o il cielo gigantesco di una giornata di sole. Le cose grandi, importanti, astratte, sono invece per me cose distanti, lettera morta, aborto spontaneo, calcoli, tratta, negoziazione, compromesso, affari, compressione, trascendenza, segmentazione, utilitarismo, scambio di favori con la peste, negazione dell'immediato.

da "La scrittura del disastro" di Maurice Blanchot-


Pubblico questo brano di Blanchot.

Ho tratto questa traduzione dal link:

http://rebstein.wordpress.com/2008/10/06/la-scrittura-del-disastro-di-maurice-blanchot/



[Tratto da: AA.VV., Il Pomerio. Antologia Poetica, Elitropia Edizioni, In forma di Parole, Libro VII, Reggio Emilia, 1983, pag. 473-479.]
                   Maurice Blanchot - La scrittura del disastro
                   (Traduzione di Franco Facchini e Giorgio Marcon)



     Volere scrivere, quale assurdità: scrivere è la decadenza del volere, come la perdita del potere, la caduta della cadenza, il disastro ancora.


     Scrivere può almeno avere questo senso: usare gli errori. Parlare li propaga, li dissemina facendo credere a una verità. Leggere: non scrivere; scrivere nella proibizione di leggere. Scrivere: rifiutare di scrivere – scrivere per rifiuto, in modo che basti che gli si domandi qualche parola affinché si pronunci una sorta di esclusione, come se lo si obbligasse a sopravvivere, a prestarsi alla vita per continuare a morire. Scrivere per difetto.

     Quello che si scrive risuona nel silenzio, facendolo risuonare a lungo, prima di ritornare nella pace immobile dove veglia ancora l’enigma.

     Ciò che avviene per volontà della scrittura non è dell’ordine di ciò che avviene. Ma allora chi ti permette di pretendere che avverrebbe mai qualche cosa come la scrittura? Oppure la scrittura non sarebbe tale da non avere mai bisogno di accadere?

     Egli scriveva, che ciò fosse possibile o no, ma non parlava. Questo è il silenzio della scrittura.

     Solitudine che s’irradia, vuoto del cielo, morte differita: disastro.

     Il disastro, preoccupazione dell’infimo, sovranità dell’accidentale. Ciò ci fa riconoscere che l’oblio non è negativo o che il negativo non viene dopo l’affermazione (affermazione negata), ma è in rapporto con ciò che vi è di più antico, ciò che verrebbe dal fondo delle età senza mai essere stato dato.

     Leggere, scrivere, come vivere sotto il controllo del disastro: esposto alla passività fuori passione.

     L’esaltazione dell’oblio.
Non sei tu che parlerai; lascia che il disastro parli in te, fosse anche per oblio o per silenzio.

     Il disastro è dalla parte dell’oblio; l’oblio senza memoria, il tirarsi indietro immobile di ciò che non è stato tracciato – l’immemorabile forse; ricordarsi attraverso l’oblio, daccapo il fuori.

     Vorrei accontentarmi di una sola parola, mantenuta pura e viva nella sua assenza, se, attraverso essa, non avessi da sopportare tutto l’infinito di tutti i linguaggi.

     L’angoscia di leggere: è che ogni testo, per quanto importante, gradevole e interessante che sia (e più dà l’impressione di esserlo), è vuoto – non esiste nel fondo; bisogna varcare un abisso, e se non lo si salta non si comprende.

     Non pensare: senza ritegno, con eccesso, nella fuga panica del pensiero.

     Non c’è origine, se l’origine suppone una presenza originaria.
Sempre passata, fin d’ora passata, qualche cosa che è accaduta senza essere presente, ecco l’immemorabile che ci procura l’oblio, dicendo: ogni inizio è un nuovo inizio.

     La sofferenza del nostro tempo: “un uomo scarno, la testa reclinata, le spalle curve, senza pensiero, senza sguardo”.
“I nostri sguardi erano volti verso il suolo”.

     L’inconveniente necessario (o il vantaggio) di ogni scetticismo è di elevare sempre più in alto la barra della certezza o della verità o della credenza.
Non si crede a nulla per bisogno di troppo credere e perché si crede ancora troppo quando non si crede a nulla.

     Il disegno della legge: che i prigionieri costruiscano essi stessi la loro prigione. E’ il momento del concetto, l’impronta del sistema.

     Impara a pensare con dolore.

     “Io” muoio prima di essere nato.

     Sempre di ritorno sui cammini del tempo, noi non avanzeremo né ritarderemo: tardi è presto, vicino lontano.

     Frammento: al di là di ogni frattura, di ogni luminosità, la pazienza di pura impazienza, il poco a poco dell’improvvisamente.

     La rinuncia al me-soggetto non è una rinuncia volontaria, dunque nemmeno una abdicazione involontaria; quando il soggetto si fa assenza, l’assenza di soggetto o il morire come soggetto sovverte tutta la frase dell’esistenza, fa uscire il tempo dal suo ordine, apre la vita alla sua passività, esponendola all’ignoto dell’amicizia che mai si dichiara.

     La morte dell’Altro: una doppia morte, poiché l’altro è già la morte e pesa su di me come l’ossessione della morte.

     Allorché l’altro si rapporta a me in maniera tale che l’ignoto in me gli risponde al mio posto, questa risposta è l’amicizia immemorabile che non si lascia scegliere, né si lascia vivere nell’attuale: la parte offerta della passività senza soggetto, il morire fuori di sé, il corpo che non appartiene a nessuno, nella sofferenza, nel godimento non narcisistici.

     Rispondere: c’è la risposta alla domanda -, la risposta che rende la domanda possibile -, quella che la raddoppia, la fa durare e non la placa, al contrario le accorda una nuova luminosità, le assicura una perentorietà , c’è la risposta interrogativa; infine, distanziata dall’assoluto, ci sarebbe questa risposta senza interrogazione alla quale nessuna domanda converrà, risposta di cui noi non sappiamo che fare, se solo può riceverla l’amicizia che la dona. L’enigma (il segreto), è precisamente l’assenza di domanda – laddove non c’è neanche il posto per introdurre una domanda, senza che tuttavia questa assenza costituisca risposta. (La parola criptica).

     Quando tutto si è oscurato, regna l’illuminazione senza luce che certe parole annunciano.



(da La scrittura del disastro di Maurice Blanchot, traduzione di Franco Facchini e Giorgio Marcon)

giovedì 21 febbraio 2013

Nudi verso la follia.

Uno dei documentari più belli, forse il più bello, che ho mai visto (insieme a "Lia") sui movimenti studenteschi e giovanili degli anni '70 in Italia.

C'è tutto, le contraddizioni, i sogni, la contrapposizione fra "compagni" poveri e "compagni" ricchi, fra caos anarchico e "nuova polizia", fra "fantasia al potere" e comunismo pragmatico, fra fricchettoni e politicizzati, fra femministe e leader uomini del movimento, fra mode e ideologie politiche e concreta, viscerale, reale, radicale esigenza di libertà, di vitalità spasmodica, di creatività vitale, di amore, di liberazione dalle gabbie e maschere e catene di un'esistenza percepita come falsa, repressa, costretta e inautentica (e come gabbie molti percepivano anche l'organizzazione gerarchica dei movimenti organizzati, con i loro capi, il loro servizio d'ordine, i divi della musica alternativa sul palco, etc...) - fra creatività libera sfrenata sognante e anarchica e reali concreti pragmatici problemi sociali, fra sogni di libertà e aspetto nichilista, distruttivo, anarchico in senso degradato, assurdo, insensato. Ciò che può apparire come estrema libertà e autenticità e autoorganizzazione libera e amore, etc... da un altro punto di vista può essere percepito come sperpero insensato e folle. Alla stesa maniera, tutto in questo documentario può essere visto in decine di maniere diverse contraddittorie. Personalmente ho visto questo documentario con un misto contraddittorio di simpatia e spaesamento, entusiasmo e orrore, sfiducia e divertimento, amarezza e risate, sguardo lucido ironico e nostalgia per una vitalità collettiva mai vissuta, paura per il degrado a cui può arrivare la folla nella condizione anarchica e identificazione nella radicale esigenza di libertà, di amore, di urlo, di autenticità, di spezzare le catene anche se in maniera folle e disordinata. 

In ogni caso, un documentario dai mille spunti di riflessione, su molti piani diversi.

Sicuramente estremamente divertente e liberatorio.

Segue un altro documentario realizzato oggi sempre con il girato di Grifi, sicuramente meno bello e fresco, ma con il pregio di presentare anche il punto di vista di oggi di alcuni dei protagonisti del documentario. Inoltre il secondo documentario, meno ricco di girati lunghi, "freschi", senza interruzione o montaggio - i girati non interrotti (così come sono presentati nel primo documentario) catturano molto meglio quel che dev'essere stato essere là allora - è però più ricco di eccezionali pezzi musicali.




mercoledì 20 febbraio 2013

"Lia", un documentario di Alberto Grifi.

La prima volta che vidi questo documentario, anni fa, mi venne da scoppiare a piangere. La stessa cosa mi è successa adesso.



http://www.youtube.com/watch?v=76v4nlo8Ddk

In epoche antiche, in altre dimensioni.

https://www.youtube.com/watch?v=RzT6WbfXbOg

Da "Psicologia di massa del fascismo" di Wilhelm Reich.

"Secondo il significato caratteriale "il fascismo" è l'atteggiamento emozionale fondamentale dell'uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine e dalla sua concezione meccanistico-mistica della vita. Il carattere meccanicistico-mistico degli uomini del nostro tempo crea i partiti fascisti e non viceversa. (...) Le mie esperienze analitico-caratteriali mi convinsero invece che oggi non esiste assolutamente nessuno che non porti in sè gli elementi del modo di pensare e sentire fascista. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane. Mi rendo perfettamente conto dell'enorme responsabilità che deriva da simili affermazioni. Augurerei, nell'interesse del nostro mondo tormentato, che le masse lavoratrici si rendessero conto con altrettanta chiarezza della loro responsabilità per quanto riguarda il fascismo. (...) Poichè il fascismo si manifesta sempre e ovunque come un movimento sorretto dalle masse umane, tradisce tutti i tratti e tutte le contraddizioni della struttura caratteriale delle masse umane: non è, come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie.

Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di "andare a fondo a tutte le cose" ("radicale" - "radix" - "radice") e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari. Ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte le cause della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.

Il fascismo, nella sua forma più pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. (...)
L'ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell'uomo orgasticamente impotente.
Il carattere sadico-pervertito dell'ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. (...)

La mentalità fascista è la mentalità dell'"uomo della strada" mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un'autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario. Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi, dopo che questi si sono sviluppati nell'ambito della generale repressione vitale. La civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto la forma del fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi. Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito. (...)

Ciò che è vivo può esistere senza il fascismo, ma il fascismo non può vivere senza ciò che è vivo. Il fascismo è il vampiro avvinghiato al corpo dei viventi che sfoga i suoi impulsi omicidi quando l'amore si ridesta in primavera invocando la naturale realizzazione.
(...)

Ciò che è vivo non può "prendere il potere con la violenza" perchè non saprebbe che farsene del potere. Forse questa conclusione significa che la vita sarà per sempre vittima e martire del gangsterismo politico e che il politicante continuerà a succhiare per sempre il suo sangue?
Questa conclusione sarebbe errata."

(Wilhelm Reich, "Psicologia di massa del fascismo - Come nasce e perchè si diffonde il misticismo organizzato", evidenziazioni in corsivo mie)

lunedì 18 febbraio 2013

e neanche la minima espressione umana-

http://www.youtube.com/watch?v=97mcpVer3eM

curami.

https://www.youtube.com/watch?v=gRG5I4K5YRw

E' vero.

Una disciplina per viaggiare nel tempo
Per arrivare a destinazione
In mezzo a troppi uomini con scarsità di Dio
Eccessi di cose scarsità di uomini
E' vero è vero è vero

Ad Hiroshima all'alba
Nella veglia nel sonno
Nel sonno nel risveglio
E' vero è vero è vero

Lampo vuoto tuono
Il vuoto
Il vento il caldo il vento
Il fuoco

Margini accecanti di sole e poi nero
Margini accecanti di sole e poi nero

Non è questo il migliore tra i possibili mondi
Eccolo è un luogo finitamente spazioso
Ormai privo d'alberi di vegetazione
Affollato di centri di concentrazione

E' vero
E' vero

Assolutamente vero
Assolutamente vero


                               (canzone dei CCCP)



https://www.youtube.com/watch?v=e-mK4BpxXdE



 https://www.youtube.com/watch?v=X3It2M-VtLo

svegliami!

Sezionatori d'anime giocano con il bisturi
maggioranze boriose cercano furbi e stupidi
sobillano i malvagi aizzano i violenti
e gli invidiosi indispongono

intanto Paolo VI non c'è più
è morto Berlinguer
qualcuno ha l'aids
qualcuno il pre
qualcuno il post senza essere mai stato niente

cerco le qualità che non rendono
in questa razza umana
che adora gli orologi
e non conosce il tempo
cerco le qualità che non valgono
in questa età di mezzo

ha conati di vomito la terra
e si stravolge il cielo con le stelle
e non c'è modo di fuggire
e non c'è modo di fuggire mai
svegliami svegliami svegliami

io sono perso
sono confuso
tu fammi posto
allarga le braccia
dedicami la tua notte
la notte successiva
e un'altra ancora
dedicami i tuoi giorni
dedicami le tue notti
oggi domani ancora
stringimi forte
coprimi avvolgimi
di caldo fiato scaldami
di saliva rinfrescami
vorrei morire ora

intanto paolo vi non c'è più
è morto berlinguer
qualcuno ha l'aids
qualcuno il pre
qualcuno il post senza essere mai stato niente

e trema e vomita la terra
si capovolge il cielo con le stelle
e non c'è modo di fuggire mai
svegliami svegliami svegliami
vieni vieni vieni vieni
arde di sete e vomita la terra
vieni vieni vieni vieni

e trema e vomita la terra
si capovolge il cielo con le stelle
vieni vieni vieni vieni vieni


                                                    (canzone dei CCCP)

 Per Sacrilegio.















https://www.youtube.com/watch?v=fybOCO5ZHWM

domenica 10 febbraio 2013

UN AFORISMA DI NIETZSCHE CONTRO IL FASCISMO ONTOLOGICO.


"Solo quando l'uomo si distoglierà da sè stesso, salterà al di là della sua stessa ombra e, davvero, nel suo sole." (F. Nietzsche)











Un frammento mi pare quasi induista.

Non certo in un senso dogmatico-religioso-moralistico sicuramente, ma un invito al superamento dell'ego e dei suoi attaccamenti in un senso più viscerale, radicale, ontologico.

Un'esortazione al superamento di quello che io chiamerei fascismo ontologico.




Come già accennato nel post contro il fascismo musicale, fascismo non è solo un'ideologia politica ben determinata, autoritaria e violenta. Fascismo è anche l'impostazione filosofica, ideologica di tutta la nostra maniera di pensare, di essere.

Definisco fascismo ontologico tutta l'impostazione di pensiero fondata sul principio di non-contraddizione, che da Aristotele ha dominato la filosofia e il pensiero occidentali, e che forse non è stato ancora superato, nonostante le innumerevoli critiche a questo principio che a partire da Nietzsche sono state fatte da numerosissimi filosofi.


Il principio di non-contraddizione si può riassumere così: una cosa o è oppure non è in una determinata maniera. Le due cose si escludono. Oppure: una cosa o è sè stessa o è il suo contrario. O ancora: è impossibile che un cosa sia al contempo sè stessa e il suo contrario. Oppure ancora: il soggetto A ha la proprietà X, oppure non ce l'ha. O infine: A per definizione non può essere non-A. In tutti i casi in cui è vera la sentenza K, è falsa la sentenza non-K (la sua negazione) e viceversa. La sentenza K, o è vera o è falsa. La somma dei casi in cui è vera e di quelli in cui è falsa, dà la totalità dei casi, e fra i due insiemi non esistono intersezioni. L'ambito in cui questo principio è più evidentemente falso, grottesco e assurdo, è l'ambito psicologico: o sei triste, o sei allegro. O anche: o sei introverso, o sei estroverso, o sei intelligente o sei stupido, o sei forte o sei debole, o sei razionale o sei emotivo, etc...

Altri aspetti del fascismo ontologico sono: la teoria gnoseologica fondata sull'immagine dello specchio, sempre di matrice aristotelica, e il riduzionismo incasellante cartesiano che riduce tutto l'esistente a due categorie rigidamente separate e distinte: la res cogitans, o anima, e la res extensa, o materia. Il materialismo è poi un'ulteriore degradamento riduzionistico di questa teoria.

Il primo aspetto afferma che le facoltà conoscitive non fanno altro che rispecchiare oggettivamente la realtà.

Il secondo aspetto, strettamente correlato al primo, afferma che qualsiasi cosa esista può essere classificata, in maniera rigidamente esclusiva, nelle due categorie di mente e materia, categorie nettamente contrapposte e non interscambiabili, mai sfocianti una nell'altra, mai contaminantesi, mai mescolate, mai interrelate se non sulla base del principio rigido di causa e effetto.

La conseguenza più immediatamente criticabile di quest'ultimo principio è la - innumerevoli volte criticata da moltissimi filosofi del '900 - separazione netta fra soggetto e oggetto, messi l'uno di fronte all'altro come due campi distinti e connessi esclusivamente da una forma di conoscenza oggettivante.

Infine, altri due aspetti: il principio di ragion sufficiente, alla base per esempio di tutta la filosofia di Schopenhauer, in base al quale tutto è connesso solo in base a precisi nessi di causa ed effetto; e di nuovo il cartesiano cogito ergo sum, criticatissimo dai filosofi del '900 sia perchè afferma la dipendenza dell'esistere dal pensiero (mentre a partire da Nietzsche, poi per esempio anche da Freud, l'esistere precede il pensiero) sia perchè afferma la sostanzialità, una, indivisibile e nettamente separata dal resto del mondo e degli altri soggetti, del soggetto.




Ma torniamo al frammento di Nietzsche.


Distogliersi da sè stessi.

Saltare al di là della propria ombra.








Cioè, a me sembra: voltarsi rispetto alla propria immagine, rispetto allo sguardo incentrato, concentrato in sè stessi. Voltarsi e andare oltre. Nel mondo così com'è. Nel proprio sole.




Voltarsi verso il mondo, lasciandosi dietro di sè tutte le fissazioni, le ossessioni, i tic, le nevrosi, i pensieri continuamente rimuginati, le idee fisse, le opinioni, le lamentele, gli auto-vittimismi, le auto-narrazioni di grandezza e di superiorità, i mentalismi iper-analitici sterili, gli abbattimenti svuotati, gli auto-eccitamenti di esaltazioni narcisistiche, le definizioni, gli attaccamenti ideologici, pessimismi lamentosi, ottimismi forzati - tutto quello che si potrebbe chiamare un'ontologia, una maniera di esistere definita, una personalità definita, un essere statico, stagnante, auto-oppresso perchè continuamente auto-rivolto su sè stesso e sui propri pensieri-caselle attraverso cui si filtra il mondo, sè stessi, gli altri, tutte cose che così se ne restano in realtà lontane, distanti anni-luce, indifferenti, oggettificate, irrigidite, agghiacciate, conosciute solo attraverso lenti deformanti, attraverso filtri di schemi ideologici iper-mentali, pre-esperienziali, e mai vissuti direttamente, così come sono, così come si presentano al nostro esistere, parte stessa co-originaria di noi stessi, del nostro essere, pre-esistenti al nostro pensiero, co-sostanziali in uno stesso processo di vita-vite-spirito-spiriti-cose-desiderio-desideri-passione-passioni-azioni-emozioni-pensieri-storie-cuore-progetti-corpo-muscoli-nervi-corpi-percezioni-sentimenti-sensazioni-associazioni-simboli-segni-frammenti-intuizioni-nessi-esperienze-immagini-atomi-parole-interpretazioni-frammenti-sentieri-attimi in cui tutto è strettamente intrecciato e co-ontologico.




Distogliersi da qualsiasi scacco logico, qualsiasi loop cerebrale, corto-circuito esperienziale-vitale.


Lasciare perdere tutto e inoltrarsi nella vita, così com'è, inoggettivo flusso aperto, indeterminato essere in divenire.


Lasciare perdere tutte le cazzate in cui ci perdiamo, gli specchietti per le allodole che ci fabbrichiamo da soli per auto-immolarci, auto-ingabbiarci in templi-prigioni sacri alla negazione della vita, alla celebrazione del nulla, di simulacri, di inutili fissazioni mentali, ripetizioni inerti dell'eternamente identico per sottrarci alla Vita nella sua assurda, contradittoria, regale, lussureggiante, fragorosa, inquietante, strabordante, fitta, selvaggia, espansiva, meravigliosa, spaventosa ricchezza: infinito divenire sempre imprevedibile, magico, eruttante, infinito oceano in tempesta di pienezza contraddittoria e ridente, mai definibile.


Un esempio pratico: qualcuno è convinto di essere stonato.


Pensiero non-contraddittorio depresso-pessimista: "Sono stonato. Non c'è niente da fare."


Il positive-thinking proporrebbe a questa persona: mettiti davanti allo specchio, guardati bene negli occhi, e dì ad alta voce: "IO SONO UN GRANDISSIMO CANTANTE!!!!!!! IO SONO IL PIU' GRANDE CANTANTE DI TUTTI I TEMPI!!!!!!! IO SONO UN CANTANTE ECCEZIONALE, HO UNA VOCE ECCEZIONALE, SPLENDIDA, E TUTTI MI AMMIRANO PER QUESTO!!!!!!!!!"


Ora, non nego che questo tipo di esercizio possa, in certi casi, anche funzionare e dare dei risultati.



Tuttavia, il punto non è questo.

Facendo così, rimani nel principio di non-contraddizione.

Rimani sempre ingabbiato in un essere definito, una casella.


Pensiero non contraddittorio-positive thinking: "Io sono intonato." O meglio: "Io sono intonato!!!!!!"


Invece, distogliersi da sè stessi e saltare al di là della propria ombra significa: Dimentica di essere stonato! Dimentica di essere intonato! Dimentica ogni maniera pre-definita di essere, e comincia a VIVERE, ad inoltrarti nello spazio aperto della vita! Cioè: CREA!!!!! Emetti suoni, rumori, versi, sussurri, grida, vocalizzazioni, nenie, mantra, parole, bestemmie, canzoni, poesie, rantoli, ansimi, strepiti, note, gorgheggi, quello che ti viene!!!!! Se ti muovi al di fuori delle costrizioni dell'essere precostituito, definito, e ti inoltri nel mare aperto del non-essere, o essere libero, spontaneo, assurdo, creatore, affermativo, se affermi la vita senza nessun contenuto e crei cose mai viste sulla faccia della terra perchè semplicemente sgorganti spontaneamente dall'attimo libero in divenire inedito che vivi, quella è già Arte!!!! E' già Musica, nel suo senso più sublime, al di là dei risultati, al di là delle tecniche, al di là dell'essere musicale costituito coi suoi stereotipi!!!!!

L'arte nasce dove cessa di esistere il principio di non-contraddizione. Il resto è tecnica, ripetizione, esecuzioni ammaestrate.

L'arte è l'atteggiamento di chi invece di descrivere, ripetere, lamentarsi, elencare, inveire, reagire, puntualizzare, recriminare, incolpare, ribattere, sottolineare, indottrinare, affermare, ribadire, convertirsi, aizzare, discutere, battibeccare, attaccare, azzannare, perdersi in chiacchere, analizzare, pensare, criticare, giudicare, soppesare, valutare, conoscere, definire, esitare, sapere, CREA inedite, inesistenti, irripetibili, inesatte, imprecise, menefreghiste, allegre, affermative esperienze inclassificabili secondo i già noti dualismi contrappositivi: o così - oppure - così - principio di non contraddizione: il creatore - non certo semplice "creativo" - s'inventa invece una logica radicalmente diversa grazie alla quale vengono alla luce sulla Terra alternative nuove, mai pensate, non previste nè etichettabili - in questa maniera decreando l'esistente e aprendolo a nuove possibilità, che lui/lei afferma con gioia fregandosene delle caselline interpretative precostituite, delle credenze, superstizioni, definizioni logiche -




" "Mi sembra che tu abbia cattive intenzioni, si potrebbe credere che tu voglia rovinare l'uomo" - dissi una volta al dio Dioniso. "Forse" rispose il dio "ma solo in modo che ne venga fuori qualcosa per lui." - "E cosa mai?" domandai io curioso. - "Chi mai, dovresti chiedere". Così parlò Dioniso, tacendo poi al modo che gli è proprio, ossia con aria tentatrice. Avreste dovuto vederlo! - Era primavera e tutti gli alberi erano gonfi di giovane linfa. " (F. Nietzsche, Frammenti postumi)












sabato 9 febbraio 2013

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Noi nati in città straniere
noi con antenati sparpagliati
ai quattro cantoni della terra
noi privati di una terra
noi sradicati
noi sradicati dalla terra.

Noi ce ne stiamo in un limbo
mentale metropolitano di periferia
con le nostre passioni
le nostre storie
i nostri miti
i nostri amori
le nostre amicizie
le nostre mode

il nostro rumore metallico
di chiacchere
perse nei fumi-etere di plastica.

Noi che sospiriamo nostalgia di radici
di fronte a un computer.

E la terra è dappertutto un deserto spaccato.



Ma su un balcone a fumare,
ritroviamo
il nostro cuore
in una gemma del faggio di fronte.

Primo indizio di primavera
inestirpabile anima
della terra triste
della terra
che non desiste

della Terra,

eterna Madre

luogo lontano

sorriso zufolante

d'un codirosso.

                   (Diogene senza l'anima?)

giovedì 7 febbraio 2013

Un'altra poesia di Mariangela Gualtieri.

Se la parola amore è
uno straccio lurido,
se non ho altra lingua per dire cosa
amo, se l'anima adesso è un ingombro
e il cielo un posto come un altro
se dormiamo e dormiamo

se il mio canto è schiacciato nel cantone
se il mio canto o il tuo, se il mio canto

se tutte le parole dei savi sono troppo
lente per questa corsa sui cocci, se anche
le bestie in quel loro morire bastonate
neppure si rivelano

se c'è una tosse se c'è una
tosse che incrosta il cielo
e poi lo sputa

se abbiamo nemici dentro le teste
e macchinette rotte

se la mano è scontrosa alla mano
scontrosa rompe l'onda e il ramo
rompe l'ala e il becco

se abbiamo salmi stonati
se le macerie sulle facce stanche
fanno il peso di tutta la storia

se poi nessuno viene
nessuno s'alza dal fradicio delle tombe
a consegnarci un grappolo, una tazza
un giuramento alla luce
se se se

se c'è una sete che ci ammala
se c'è un sorso per chi ha sete
 se davvero davvero muove il sole
se muove il sole e l'altre stelle
se la sua gran potenza, sua gran
potenza d'antico Amor,
se il nostro cuore è immenso
se il nostro cuore
talvolta è immenso, se le
stelle nascono, se è vero che nascono
anche adesso, se siamo polverine allo
sbaraglio, catenelle smagliate,

benedico ogni centimetro d'Amore ogni
minima scheggia d'Amore
ogni venatura o mulinello d'Amore
ogni tavolo e letto d'Amore

l'Amore benedico
che d'ognuno di noi alla catena
fa carne che risplende

Amore che sei il mio destino
insegnami che tutto fallirà
se non mi inchino alla tua benedizione.

volevo pregare, non sapevo più chi-

https://www.youtube.com/watch?v=1ryqHkoqKpI&list=PL758BC182F67D18B8&index=5

Pioggia d'estate.

https://www.youtube.com/watch?v=6Fplk4xysFM

P.s.: Nada, accompagnata da Fausto Mesolella, canterà il 15 Febbraio all'Arci Scighera, Milano.

http://www.lascighera.org/nada-e-fausto-mesolella-in-concerto

sabato 2 febbraio 2013

-stare in prossimità dell'essere.

http://www.lastampa.it/2011/10/29/cultura/libri/hillman-sto-morendo-ma-non-potrei-essere-piu-impegnato-a-vivere-Ne0EA48BQOHJSXDy85U5nL/pagina.html?fb_action_ids=4227619681778&fb_action_types=og.recommends&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=246965925417366

Sperimentazioni maieutiche/3.

(seguito di Sperimentazioni maieutiche/1:

http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/01/un-amico-scrive-questo-post.html )

Jaspere:

Giuliano se pur in modo adorabile anche questa poesia continua a colpire il mio ego. Ma in modo moltoooooo diverso ! Vedi questa per me è cosa nuova ! Fa sussultare il mio cuore,come a lasciare me stesso libero di volare con le api ! Mi son sentito una di loro ! Ha stimolato la mia fantasia ! Mi ha dato il desiderio di essere ape ! Ma tornando a quello che ho detto all'inizio, stimola la mia parte razionale nella comprensione di queste stupende creature ! A capirle, a renderle importanti per me stesso e per gli altri ! E questo è molto bello ! Ma se parliamo di anima, io penso che si parla di amore e di comprensione emotiva ! Il pensiero, il desiderio,l'immaginazione,non dovrebbero neanche sorgere ! Dovresti non immaginare di essere ape o desiderarlo,ma dovresti sentire le loro vibrazioni in ogni parte di te ! Si tratta di comprensione a livello cellulare ! Lo sò che sto parlando di pseudo scienza,ma io sento queste cose e per me sono reali ! Non sto dicendo che le mie poesie sono miglior o comunque che quel tipo di poesie è migliore,hanno un compito diverso,quello di ricercare archetipi nascosti nel profonfo ! Mi rimane difficile spiegarmi meglio, spero di aver almeno dato l'idea !

Diogene:

è strano. a me la poesia della gualtieri mi ha fatto proprio sentire il ronzio delle api, come se fossi là.

Jaspere:

Chissa ! Forse abbiamo una sensibilità diversa ! Tutto li ! 

Diogene:

le ho anche immaginate, sì, ma non vedo questa differenza fra immaginare e sentire. immaginazione e emozione sono strettamente intrecciate. quando senti qualcosa stai anche immaginando. e gli archetipi sono appunto archetipi in quanto idee (immagini, se non sbaglio l'etimo di archetipo vuol dire proprio immagine originaria) universali dell'immaginazione.

Jaspere:

Si cio che dici è vero,ma il desiderio è originario dell'ego e l'imaginazione è una diretta conseguenza di quel desiderio. E' almeno secondo me una cosa momentanea. Non cè archetipo ! Rispecchia piu una comprensione a livello razionale ! A livello emotivo la cosa si distiungue,per le emozioni che provi, quelle api diventano parte di te ! E' difficle da spiegare !

Diogene:

penso di capire quello che dici. una cosa è sentire, istantaneamente, realmente, essere e sentire di essere qualcosa. un conto è immaginarsi qualcosa (i pensieri associativi che, secondo molte scuole spirituali, distraggono dal momento presente).

tuttavia secondo me una cosa è l'immaginazione dei pensieri associativi, inutile logorio mentale, e una cosa è invece la Fantasia, l'Immaginazione con la F e la I maiuscole. La Fantasia è uno strumento di liberazione, di verità, di profezia, di indagine, di ricerca, di ascolto dell'essere: è Essere, non surrogato di realtà.

Jaspere:

Esatto ! 
Su questo siamo daccordissimo
Perdona la mia mancanza di termini adeguati per la conversazione e la mia attuale confusione.....

Diogene:

non preoccuparti, sei in buona compagnia... (per quanto riguarda la confusione!)





  


Un articolo interessante su Heidegger.

http://www.filosofipercaso.it/?p=874