(Quadri di Pablo Echaurren)
Il problema di rispettare gli animali è importantissimo, ed è una cosa estremamente positiva il fatto che pian piano la sensibilità della gente stia cambiando. Secondo me però, c'è anche un altro problema, ugualmente importante, e secondo me strettamente legato al primo: rispettare, riconoscere e permettere di vivere alla nostra parte animale (a me la parola animale piace molto, e l'origine della parola è legata alla parola anima), alla nostra parte selvatica, terrigna, istintiva, legata alla Terra, al corpo, ai suoi bisogni e alle sue sensazioni ed emozioni. Senza di questo, fra l'altro, non ci può essere fine alla violenza sugli animali, perchè finchè facciamo violenza alla nostra parte anima-le non saremo mia capaci di reale compassione verso questi nostri fratelli di esistenza. Sono d'accordo sul fatto che noi abbiamo anche altre parti e che anche queste sono molto importanti. Penso che anche gli animali, comunque, in maniera diversa abbiano anche pensiero, eccome, e, chi può escluderlo, anche spiritualità. Ma quello che mi premeva dire è soprattutto il fatto che, anche se siamo fatti di diverse parti e queste sono tutte importanti, la parte con cui abbiamo più perso il contatto, che abbiamo più a lungo e più ferocemente represso, negato, mutilato è la parte animale. In gran parte sulla base dell'etica ascetica cristiana, in passato, oggi sulla base del consumismo, che è un'altra forma di negazione del corpo e dell'istinto, con i suoi bisogni indotti, la sua frenesia, la sua virtualità, la sua dimensione edulcorata pubblicitaria o esasperata televisiva. Quello che voglio dire è che questa parte è la base non solo della nostra sopravvivenza fisica ma dell'intero nostro essere. Sono le nostre radici, la nostra "base", la nostra Terra, la nostra comunicazione con la Terra, e finchè questo è ferito, negato, non riconosciuto, non vissuto pienamente, sanamente, selvaggiamente, finchè non abbiamo un rapporto sano, pieno, forte, diretto e viscerale con questa parte, è molto difficile avere una qualsiasi "evoluzione". E' come cercare di volare senza neanche sapere prima camiminare. Per dirla con le parole di una mia ex insegnante di Yoga, noi esseri umani moderni, abbiamo molti problemi sia con il Cielo che con la Terra. Ma se con il Cielo, con le parti "alte", in qualche maniera ce la caviamo ancora, è con la Terra, con le nostre radici fisiche e animali, che abbiamo completamente perso il contatto, è nel rapporto con la Terra e con l'istinto che siamo completamente imbranati, mutilati, analfabeti, zoppi, ciechi, handicappati. E questa parte è la base di noi stessi, la base di tutto il resto. Senza di quello non raggiungiamo neanche il livello di lucidità, di presenza, di chiarezza, di libera volontà, di forza, di fierezza, di consapevolezza, di vitalità e di bellezza degli animali (sempre ammesso che esistano questi ipotetici gradini gerarchici di "evoluzione").
Questo anche in polemica con certe posizioni new age antropocentriche chevedono neglianimali dei gradini di evoluzione inferiori e nella nostra parte animale unaparte "bassa" da superare o "trasformare" in un'ottica evolutiva che peròtroppo spesso assomiglia a una logica di negazione e repressione, unalogica in cui in vista di un dover essere astratto moraleggiante espiritualeggiante, in un'ottica perfezionista e idealizzatrice, si prosegue lalogica di raggelamento e paralisi, mutilazione del corpo e dell'istinto tipichedel cristianesimo, e in realtà, in maniera diversa, anche del consumismo.per fuggire il caos di sensazioni ed emozioni in cui siamo immersi, ci siproietta in una logica trascendente, negatrice, ordinatrice in manieraartificiale e artefatta.saremo veramente i giardinieri e i custodi della terra, o non siamo forse soloesseri fra altri esseri, in cui ognuno ha il suo ruolo la sua responsabilità e incui ognuno è giardiniere e custode della terra? le api si prendono cura dinoi. gli alberi si prendono cura di noi. il sole si prende cura di noi. il vento siprende cura di noi. il mare si prende cura di noi. le rondini si prendono curadi noi. aquile e lupi (come qualsiasi altro animale ci ispiri) possono essereaddirittura figure-guida per alcuni di noi. e allora chi siamo noi per crederci idepositari della creazione e i custodi della terra???? non è un pensiero unpo' arrogante.?forse più che "prenderci cura" degli animali e della terra, un pensiero un po'meno antropocentrico è lasciar essere, lasciar vivere animali, piante e laterra, che sanno vivere benissimo da soli anche senza di noi!!!!!!penso che, ora come ora, per molti versi abbiamo molto più noi da imparareda loro piuttosto che non il contrario. Rapportandoci con gli animali non soloproviamo dei sentimenti e impariamo a rapportarci al "diverso", ma,soprattutto, riscopriamo il nostro istinto, il nostro corpo, la nostra pancia, lanostra animalità, la nostra concretezza, la nostra fisicità solida, materiale,organica, molecolare, empirica, emotiva!!!!! E penso che la repressione, lamutilazione, l'asportazione, la rimozione, la paralisi, l'oblio, la rimozione, ilraggelamento, la negazione con una parola di questa dimensione,ricchissima e fitta di una potente, articolata, saggia, complessa,profondissima forma di conoscenza del mondo, la conoscenza fisica, dipancia, istintiva, emotiva, viscerale, animale. La repressione di questa partenon solo è alla base secondo me della stragrande maggioranza delleinnumerevoli forme di sofferenza psichica, psico-fisica e emotiva degli esseriumani, ma io arrivo a dire che questa repressione innaturale è anche allabase dell'intero nostro sistema sociale alienato, autoritario, guerrafondaio,ecocida, mortifero, sessista, liberista, iper-competitivo, tecnocratico. seimparassimo di più la concretezza, la semplicità, la capacità di dire "no" e"sì" con forza e chiarezza, d'istinto, la capacità di seguire la pancia, illinguaggio delle emozioni e del prendersi cura e dell'"empatia", daglianimali, saremmo esseri molto più in pace con noi stessi, molto più semplici,molto più rilassati e molto più affratellati dalla capacità di vivere insieme dipiaceri e gioie semplici e povere."Mi sono sviluppato abbastanza, non ne posso più! Mi sono sviluppato anchetroppo, anche di più!!!!!!!" (G.L. Ferretti). Decrescita felice è uno slogan chevale anche per la nostra mente!!!!!